La valle veneta deI Comelico e la valle austriaca deI Gail
sono separate dalle Alpi, dalla linea di confine che va da
Cima Frugnoni al Peralba passando per il Cavallino e Cima
Vallona.
Ciò che sul piano ambientale le accomuna e su quello
dell'organizzazione di vita le distingue rappresenta un interessante
sistema di affinità e differenze, di analogie e contrasti,
tanto interessante da essere stato analizzato e studiato
su iniziativa della Comunità montana deI Comelico
e Sappada ma con il finanziamento dell'Unione europea che
ha ritenuto la proposta meritevole di rientrare tra i progetti
Interreg.
Da parte dell'Università di Padova, coordinatore il
prof. Maurizio Merlo, sono stati sottoposti ai raggi X gli
aspetti ecologici, economici e sociali delle due vallate
delle Alpi orientali mediante un lavoro che ha coinvolto
non soltanto i servizi forestali delle due regioni e studiosi
universitari italiani ed austriaci ma anche la gente deI
posto, dai proprietari dei boschi agli agricoltori.
Nel Comelico e nel Gail tutto ruota attorno al bosco, e del
bosco si confrontano specificità e curiosità.
Gli abitanti del Comune di Untertillach vanno fieri del fatto
che sul loro territorio si trova l'abete più imponente
delle Alpi, un monumento verde di 40 metri di altezza e con
una circonferenza alla base che richiede sei persone per
essere abbracciata.
Gli abitanti di Val Visdende, con altrettanto orgoglio, rammentano
che nelle loro foreste, in cui si raggiungono i più spiccati
livelli di naturalità dell'intero arco alpino, alberi
di 40 metri sono tutt'altro che rari.
Ma, al di là dei vanti da sano spirito campanilistico,
lo studio voluto dalla Comunità montana del Comelico
e Sappada ha evidenziato quanto siano diversi i sistemi di
vita al di qua e al di la del confine, pur nel contesto di
caratteristiche fisiche ed orografiche di grande somiglianza.
In Comelico le foreste appartengono alle Regole, associazioni
di antica origine che si occupano della gestione deI bosco
e ne dividono i proventi all'interno della comunità,
un tempo per soddisfare bisogni primari quali casa, salute,
educazione, oggi per le nuove esigenze di tutela dell'ambiente
e di promozione turistica.
Nella valle deI Gail invece prevale la proprietà privata
rappresentata dai masi di tanti piccoli agricoltori che hanno
boschi di 8-10 ettari ed aree di pascolo di 15-20 ettari.
Una situazione che favorisce il mantenimento di paesaggi
agricolo-rurali sottoposti a continua cura e tali da assumere
esteticamente profili quasi unici in Europa.
In Comelico si tagliano le piante sulla base della loro vitalità,
in sostanza per curare il bosco. Nella valle del Gail si
pratica il taglio a raso, indiscriminato, in funzione delle
esigenze economiche dei proprietari. .
Nelle aree protette i contadini beneficiano di maggior sostegno
finanziario rispetto ai contadini veneti, e tutto ciò comporta
una maggior redditività deI bosco in Tirolo; aspetto
che però è compensato neI Comelico da una redditività ecologico-ambientale,
senza immediato riscontro economico ma non meno importante.
Sistemi di gestione entrambi consolidati nel tempo, con pregi
ed inconvenienti.
Tra gli ultimi, nel Comelico, emerge l'abbandono delle attività agricole,
il mancato sfalcio dei prati, il disordinato estendersi del
bosco.
Nel Gail il taglio a raso crea macchie poco consone all'integrità paesaggistica.
Da una parte e dall'altra delle Alpi la lavorazione del legno è importante.
Nel Comelico a livello di falegnameria artigianale di qualità,
nel Gail per la diffusione delle segherie.
Affinità e differenze lo studio delle quali, e questa è la
finalità del progetto Interreg, può servire
ad individuare in entrambe le vallate il modo migliore per
gestire boschi e territori, per favorire i contatti tra operatori,
tecnici ed amministratori e per garantire quindi lo sviluppo
economico più compatibile con l'ecosistema. ("Est
Ovest". Rai-Radiouno)
InfoINTERREG n. 4/ 2001
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